domenica 23 gennaio 2011
Se il Pdl difende la Minetti...
di Marco Mitrugno
"Nicole Minetti 4 President". Probabilmente sarà questo il prossimo slogan del Pdl. Già, perchè se da una parte c'è una ragazza, Sara Giudice, coraggiosa militante del Pdl, dall'altra c'è Nicole Minetti, consigliere regionale del Pdl in Lombardia. Il motivo della disputa: la raccolta firme avviata da Sara Giudice per chiedere le dimissioni della Minetti.
Tutto è cominciato con l'avvio delle indagini da parte della procura di Milano sui festini organizzati da Berlusconi. In tutta la vicenda, la Minetti assume un ruolo da protagonista, infatti secondo i pm la consigliera regionale "reclutava" le ragazze che avrebbero fatto compagnia al premier.
Sara Giudice non ha retto la situazione e, giustamente, ha lanciato la raccolta di firme per chiedere le dimissioni della consigliera. I vertici del Pdl lombardo si sono mossi, ma nella direzione sbagliata: qualche giorno fa Podestà ha dichiarato che l'iniziativa non è promossa dai giovani del Pdl; dopo di lui Formigoni ha seguito la linea dettata in precedenza, dicendo che la raccolta firme è estranea al (fu) Pdl. I due dirigenti berlusconiani, non si sono resi conto di una cosa: la petizione sta riscuotendo grande successo anche all'interno dello stesso partito berlusconiano. E questo è un fatto da non sottovalutare.
Inoltre si sono dati alla latitanza i coordinatori nazionali della Giovane Italia, Giorgia Meloni e Annagrazia Calabria. La prima ha già espresso la sua opinione sulla questione Ruby, difendendo a spada tratta Berlusconi e, forse, per questo ha deciso di non spendere altre parole anche a difesa di Nicole Minetti; la seconda, da berlusconiana doc, non ha ancora aperto bocca, ma non ci sarebbe da stupirsi se la Calabria scendesse in campo a favore dell'ex soubrette. Non dimentichiamo che le loro carriere politiche sono molto simili: sono arrivate ai vertici del partito non grazie alla militanza e all'attività politica quotidiana, ma grazie alla simpatia che Berlusconi esprime verso di loro.
Comunque non è uno scandalo vedere il Pdl che difende una persona indagata, ricordiamo i casi Verdini, Brancher, senza dimenticare l'accesa discussione tra Bondi e Fini sul caso Cosentino.
Nonostante tutto i pidiellini si vantano delle vittorie sulla mafia, degli arresti dei vari boss, per i quali deve essere riconosciuto un certo merito a Maroni e al governo; ma sulla questione legalità gli esponenti del Pdl predicano bene, ma razzolano male: perchè se da un lato si vantano di esser riusciti a dare un forte colpo alla criminalità organizzata, dall'altro si ostinano a difendere fino alla fine un presidente del Consiglio che della legalità sembra fregarsene. E ciò che stupisce ancor di più è che la difesa più forte è praticata dalla corrente di destra (se così si può chiamare) del partito, ovvero dai vari Gasparri, Meloni e Mantovano, ovvero da chi chiede che i condannati per mafia non siano ricandidati nelle liste di qualsivoglia partito.
La raccolta firme e la conseguente richiesta di dimissioni della Minetti sono azioni più che fondate. Probabilmente non servirebbero a convincere Berlusconi a fare un passo indietro, ma li farebbero capire che il suo è un sistema ormai logoro, che sta per cadere.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento