giovedì 6 gennaio 2011

Ricordando Acca Larentia...



di Marco Mitrugno


Era il 7 gennaio 1978. Come sempre i ragazzi del Fronte della Gioventù si ritrovavano nella sezione di via Acca Larentia, per partire insieme per un volantinaggio. Sembrava una giornata di militanza classica, i ragazzi dovevano distribuire i volantini che pubblicizzavano il concerto del gruppo di musica alternativa di destra degli "Amici del Vento". Purtroppo i ragazzi non immaginavano cosa gli stesse aspettando fuori dalla sezione. Infatti appena usciti dal sede del Msi, cinque militanti del FdG furono sommersi dai colpi sparati da diversi militanti di estrema sinistra. Morì sul colpo Franco Bigonzetti, ragazzo di vent'anni iscritto al primo anno di università. Vincenzo Segneri fu ferito ad un braccio, ma nonostante tutto riuscì a rientrare nella sezione . Francesco Ciavatta fu ferito e tentò di scappare utilizzando la scalinata adiacente la sezione del partito, ma fu inseguito e colpito dagli estremisti di sinistra e morì in seguito, durante il trasporto in ospedale.
In poco tempo la notizia dell'attacco alla sezione di Acca Larentia si diffuse nella capitale; arrivarono nei pressi della sede del Msi i maggiori esponenti come Giorgio Almirante e Gianfranco Fini, che era segretario nazionale del Fronte della Gioventù.
In seguito scoppiarono tafferugli tra i giovani missini e le forze dell'ordine: tutto fu provocato da un gesto di un giornalista che distrattamente gettò un mozzicone di sigaretta nel sangue delle vittime che si trovava sul selciato. Proprio in seguito agli scontri fu ucciso, da un colpo sparato da un carabiniere, Stefano Recchioni. I giovani missini scatenarono una guerriglia urbana, l'obiettivo era uno solo: la vendetta contro i compagni. Per due giorni la tensione fu alta, ma per fortuna non ci furono altre vittime.
Gli assassini dei ragazzi del FdG non sono mai stati condannati ed in seguito si scoprì che la mitraglietta Skorpion usata nell'attentato alla sezione missina, fu utilizzata in altri omicidi compiuti dalle Br.


La vicenda di Acca Larentia deve far riflettere. E' una delle pagine più brutte della storia repubblicana d'Italia. La violenza inaudita che si scontrò contro i giovani missini è la degenerazione della politica, il servizio all'Idea che si trasforma in violenza e morte. Ecco perchè anche oggi la politica deve cambiare, deve dire basta alle tifoserie e agli ultras. La classe dirigente pensi ai veri problemi della Nazione, invece di sparare sul "fascista" o sul "comunista" di turno. 
La strage di Acca Larentia deve essere un monito, si ritorni alla politica con la P maiuscola, quella vera, quella della militanza e del servizio al proprio ideale tramite gli strumenti "classici" come il volantinaggio. 
Il modo migliore per ricordare quei tre ragazzi è impegnarsi al meglio e credere fermamente nelle proprie idee. Le strumentalizzazioni non porteranno mai a nessun risultato.

Nessun commento:

Posta un commento