da "Fare Futuro"
di Federico Brusadelli
Dopo il Sultano, la Principessa. Come sempre, per il bene dell’Italia. Perché se è vero che l’Italia ha bisogno di un sovrano da amare e da acclamare (come ha spiegato bene Marcello Veneziani qualche tempo fa), ci sarà pur bisogno di un erede pronto per insediarsi a Palazzo Chigi e prendere le redini del governo allorché il re padre salirà al Quirinale per (ri)prendere il posto che gli spetta. Ebbene, l’erede è pronto, finalmente. Anzi, è pronta. Perché – in molti già lo sospettavano – la designata è donna (così sono contente anche le femministe) e si chiama Marina.Gaincarlo Lehner, parlamentare del Pdl che ha il dono della chiarezza (in passato, ad esempio, ne diede prova chiedendo che qualcuno andasse “a menare i finiani”), ha rivelato quel che in verità si intuiva da un po’: «Premesso che Berlusconi è il premier liberamente eletto, nonché amato, amatissimo dagli italiani, e che soltanto un colpo di Stato militar-poliziesco potrebbe defenestrarlo, nella successione a Silvio, nel 2013 o nel 2016 (in caso di elezioni anticipate), io non vedo né Tremonti, ministro eccelso, eppur del tutto privo di carisma, né Gianni Letta, persona stimabilissima, pure lui acarismatico financo ad Avezzano. No, a Re Silvio, assiso al Quirinale, per il bene del Pdl e la disgrazia infinita di Fini, non potrà che succedere una donna preparata, intelligente e tosta come la principessa Marina Berlusconi».Ma sì, ormai giochiamoci il tutto per tutto. E vale la pena di dirle senza bavagli né autocensure, le cose. Basta. Non è più tempo di perbenismi (roba da parrucconi), o di ipocrisie “repubblicane”, di regolette del bon ton democratico. Il Pdl è un partito monarchico sì o no? E allora, è bene pensare al passaggio di consegne prima che sia troppo tardi. Prima che ci pensino altri.Oddio, che il Popolo della libertà fosse un partito a vocazione monarchica più che maggioritaria e dinastica più che plurale, si era intuito già da un po’. E l’Italia trasformata in un quasi-reame (anzi, un quasi-sultanato, per la verità) non è più materia da barzellette ma da cronache politiche. Per questo fa bene, il buon Lehner, a mettere in guardia le aspiranti teste coronate. Non c’è trippa per gatti: la monarchia è una cosa seria.
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