giovedì 13 gennaio 2011

Democratici allo sbando: il partito si spacca anche su Fiat



di Marco Mitrugno


Adesso per un po' di tempo ciò che affollerà le pagine dei giornali dedicate alla politica, sarà il dibattito sulla sentenza riguardante il legittimo impedimento. Non dimentichiamo che è in piedi un altra questione che sta arroventando gli animi: la questione dello stabilimento Fiat di Mirafiori. La Fiom e la Cgil, come tutti sappiamo non hanno firmato l'accordo, a differenza degli altri sindacati. I rappresentanti dei sindacati (Cgil e Fiom) hanno assunto una posizione molto ferma,, non accettano la proposta di Marchionne e non la accetteranno mai. L'affermazione dello stesso Ad Fiat ("Lasceremo l'Italia se l'accordo non passerà"), deve essere vista come una provocazione, mi sembra difficile immaginare l'Italia senza Fiat e la Fiat fuori dall'Italia. E' diversa la situazione che si è venuta a creare con la frase pronunciata da Berlusconi:"Se dovesse vincere il no, la Fiat fa bene ad andar via." Il giudizio è diverso perchè Marchionne può aver pronunciato quelle parole per "stimolare" gli operai a votare il sì al referendum; Berlusconi, invece, afferma parole che vanno contro l'Italia da un bel po' di anni e in questi ultimi giorni ne ha sparate due a distanza di poco: la prima a Berlino, definendo i giudici un patologia, la seconda è l'affermazione riferita alla Fiat. 


La questione è un'altra. Su questo tema, che è molto delicato, d'altronde riguarda un buon numero di lavoratori, la sinistra è stata sempre unita (o quasi). Infatti l'unico partito che si è mostrato spaccato è stato il Pd e non è una novità, con un'ala a favore dell'accordo e un'altra contro. Su questo argomento la sinistra italiana sta dando la peggiore immagine di se: la storia classifica la sinistra come la parte progressista, ma in questo caso sta dando dimostrazione di essere una forza ultraconservatrice, rischiando di scippare lo scettro del conservatorismo al Pdl  Gli slogan che si sentono in questi giorni sono hanno un retrogusto vecchio. Tutti fanno riferimento "alle conquiste del passato", che rischiano di "essere perduti" con questo accordo. La Fiom e la Cgil dimostrano di non volersi adeguare all'economia globale, anzi, sembra che si vogliano escludere; c'è chi veramente ha difficoltà a trovare un posto di lavoro, con un salario dignitoso, che permetta, per lo meno, di arrivare alla terza settimana del mese. 
Marchionne non lede i diritti; i cinque minuti in meno di pausa non possono essere considerati come un passo indietro dal punto di vista dei diritti dei lavoratori. Inoltre, anche le norme anti-assenteismo possono essere considerate tali. Gli operai, la Fiom, la Cgil facciano prevalere il buon senso.

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