mercoledì 5 gennaio 2011

Caso Battisti: si rompano i rapporti commerciali



di Marco Mitrugno


Martedì tutti i partiti della scena politica italiana hanno organizzato sit-in e presidi per protestare contro la mancata estradizione di Cesare Battisti da parte del Brasile. Finalmente si è vista una classe politica responsabile e unita almeno su un argomento, anche se si poteva fare meglio, perchè invece di mettere in scena gli avvicendamenti in piazza, organizzare una manifestazione unitaria avrebbe fatto notare come la vicenda Battisti non abbia colore politico.
Ma questa è un'altra storia, anche perchè l'idea di vedere tutti i partiti in piazza per lo stesso motivo è utopia all'ennesima potenza (almeno in questo momento storico).


Vorrei puntare i riflettori sul comportamento che il governo ha deciso di portare avanti. Il Pdl scende in piazza, Berlusconi incontra Torregiani e Frattini dice di volersi rivolgere alla corte de L'Aja. In seguito a tutto ciò il premier dichiara che i rapporti tra Brasile e Italia non cambieranno. A questo punto la domanda sorge spontanea: a che gioco sta giocando l'Italia? Il governo vuole ottenere o meno l'estradizione del terrorista?
Se è così Berlusconi decida di rompere o quanto meno interrompere temporaneamente i rapporti commerciali con il Brasile, fin quando i sudamericani non decideranno di riconsegnare Battisti alla giustizia e al popolo italiano.


Questa è l'ennesima dimostrazione che la politica estera italiana non è la migliore. A partire dal far allestire un circo nel bel mezzo della città eterna e far promuovere l'islamismo nella capitale del cristianesimo mondiale. Senza passare dalla Russia, dove governa il miglior amico di Silvio, Putin (il dono di Dio), a cui vorrebbe affidare una cattedra per insegnare il liberalismo. Lui che fa uccidere i giornalisti e che ha i trascorsi nel Kgb.


La scelta di non interrompere i rapporti con il Brasile è l'ennesimo errore in politica estera del governo. L'unica cosa che si chiede è che Berlusconi torni indietro sui suoi passi e rompa per il momento ogni rapporto commerciale con il paese Sudamericano. Per una volta deve lasciare da parte i suoi interessi economici e fare gli interessi di una Nazione, che vuole giustizia in nome delle vittime e dei familiari della gente uccisa.

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