di Marco Mitrugno
Dopo il voto contro la sfiducia al ministro dell’agricoltura, Saverio Romano, nella Lega è scoppiata una vera e propria rivolta. La base del partito di Bossi non ha accettato la scelta dei vertici nazionali, tanto che qualche militante in camicia verde è arrivato a dire che i capi del Carroccio non saranno risparmiati dal lancio di monetine. Una situazione, quella che si sta sviluppando in casa Lega, che sta mettendo in seria difficoltà i vari Bossi, Maroni e Calderoli.
I militanti leghisti non capiscono che fine abbiano fatto gli ideali della Lega. Tutti ricordano che nel 1993 dai banchi del Carroccio, spuntavano i cappi, adesso non si capisce come un partito che lottava per la legalità abbia perso la faccia in meno di due settimane: dal salvataggio di Milanese a quello di Romano. Su internet è partita la rivolta della base leghista. Sui forum di matrice padana non viene risparmiato nessuno, da Bossi a Berlusconi. C’è chi dice:”Vergogna a tutti i leghisti che hanno permesso che il Parlamento diventi rifugio per delinquenti.” Chi con Berlusconi perché non fa chiarezza sulle sue posizioni nei vari procedimenti giudiziari a suo carico. Ci sono i nostalgici, che ricordano i primi anni di vita del partito di via Bellerio, quando Bossi si scagliava contro la partitocrazia, contro la mafia e l’illegalità e parlava di secessione senza alcuna paura. Ed infine c’è chi dice che la Lega cerca di confondersi tra partito di lotta e di governo.
E’ una linea politica che non va giù agli amministratori e agli elettori leghisti. Infatti ci sono casi di outing, come quello del sindaco di Macherio, che non è riuscito a trattenersi e in una lettera inviata al Corriere ha espresso tutto il suo rammarico per la gestione del partito da parte dei vertici romani. Giancarlo Porta, non ha peli sulla lingua, non ha paura di essere espulso e in tal caso dice di volersi rimettere ai leader del Carroccio. “Ho anch’io i miei sospetti sui mille interessi della Lega” scrive “Mi prende profonda tristezza nel vedere traditi i miei ideali di onestà, rettitudine e coerenza delle idee”. Una lettera dura che ne ha per tutti, Porta dice di non essere un traditore, “Traditore è chi guadagna poltrone, non chi le perde. Dall’interno poi vedo troppi ‘furbi’ che si azzuffano per le poltrone, ovviamente imbottite di stipendi”. Ed infine il colpo finale, riservato a Roberto Calderoli, che a Venezia aveva detto ai sindaci che ‘senza la Lega non siete niente e ritornerete polvere’. Un’affermazione che non è piaciuta a Porta, che ha replicato:”Non può denigrare in questo modo chi lavora per il bene del popolo e soprattutto per dare alla Lega una bella immagine, quella che si meriterebbe. Forse anche lui prima di fare il ministro avrebbe fatto meglio a ricoprire l’incarico di sindaco.” Un attacco duro, che mai nessuno aveva fatto a viso aperto contro i vertici leghisti.
Una cosa è certa: da quando la Lega è entrata nei palazzi del potere ha cambiato atteggiamento. Non parla di secessione, ma di federalismo. Lottava contro il potere politico nelle società pubbliche, oggi è il partito che ha le mani in pasta, più di chiunque altro. Bocconi che non scendono ai militanti che fanno politica per strada, tanto esasperati da sperare che il governo cada il prima possibile.
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