venerdì 26 novembre 2010
Recuperiamo la figura di Marinetti
di Marco Mitrugno
Filippo Tommaso Marinetti è da sempre un'icona della destra italiana. Molti citano l'artista italiano, ma in pochi conoscono, o meglio, ne condividono il pensiero.
Marinetti nacque nel 1876 ad Alessandria d'Egitto; nonostante i suoi studi di giurisprudenza, ha sempre espresso la sua passione per la letteratura. Letteratura, però, che non doveva essere quella tradizionalista, ostaggio delle accademie e della sintassi, ma libera da ogni schema; infatti il fondatore del futurismo usò il metodo delle "Parole in libertà". Diede vita ad una rivoluzione letteraria e poetica che fu molto criticata ma divenne parte integrante della letteratura italiana.
Uno degli aforismi del fondatore del futurismo è "Insegniamo la voluttà d'esser fischiati", che fa capire come il movimento culturale non avesse paura delle critiche, per esempio quelle che arrivavano tramite le "serate futuriste".
La forza di Marinetti stava nell'affermare le sue idee progressiste, in un'Italia filo-conservatrice, che tentava di rifiutare ogni tipo di progresso in qualsiasi campo. Sicuramente molte delle idee del poeta erano improponibili negli '10 e '20 ed oggi lo sono ancor di più. Basti pensare che FTM era un fervente oppositore del Vaticano, che dall'artista era visto come un fattore che rallentava il progresso dell'Italia; si può ricordare l'uso, secondo Marinetti, che bisognava fare dei canali di Venezia: riempirli con le macerie dei palazzi antichi e delle chiese per dar spazio alla costruzione di edifici industriali e alla nascita di poli militari.
Queste vedute, come altre (la guerra come igiene del mondo), sono anacronistiche: cosa sarebbe l'Italia senza le chiese e i palazzi antichi, che fanno parte del patrimonio culturale nazionale? Cosa sarebbe stato il mondo , se tutti, i paesi del globo intendessero la guerra come igiene del mondo?
Riconoscere alcune "falle" nel pensiero marinettiano, non vuol dire che non si possa prendere spunto dallo stesso.
Credo che un obiettivo molto importante che Futuro e Libertà deve raggiungere, sia quello di rompere completamente con alcuni elementi che lo legano alla vecchia destra.
Questa destra nuova, deve lasciar da parte alcuni simboli tradizionali, che hanno sempre condito la cultura del MSI prima e di AN dopo, a partire da saluti, cosiddetti del legionario e della parola "camerata". Si capisce che per molti hanno un significato molto importante, specialmente per chi ha militati nel FdG, ma sono simboli vecchi, che non rappresentano la nuova gioventù, c'è la necessità di creare un qualcosa di innovativo.
La sciamo da parte quel "triumvirato" di valori come Dio, Patria, Famiglia. Attenzione però, questo invito arriva da un conservatore, ma è arrivato il tempo di cambiare. I valori della religione, della Patria, della famiglia, devono essere temi centrali della nostra azione politica: l'importanza della nazione e della sua unità, l'importanza della cultura cristiana nella nostra società, l'importanza della comunità familiare. Questi concetti potrebbero essere riadattati: laicità positiva, riconoscimento dei diritti per le coppie di fatto eterosessuali.
L'ottica e il pensiero di Marinetti devono essere presenti nella vita quotidiani di Fli: l'amore per la temerarietà, per l'azione, la volontà di gettare il cuore oltre l'ostacolo, l'essere audaci.
Questi devono essere concetti cardine, affinchè si possa avere una migliore partecipazione all'interno della vita pubblica.
In molti ci hanno criticati: ci dicono che siamo falsi futuristi; ci dicono che il futurismo era tutt'altro. Ma non è vero: il futurismo lanciava sfide difficili e complicate da vincere e noi, insieme al Presidente Fini, abbiamo lanciato la nostra sfida alle stelle.
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