lunedì 20 giugno 2011

Fotovoltaico: l'alternativa migliore?

da Il Patto Sociale


di Marco Mitrugno

I referendum hanno deciso: l'Italia dovrà fare a meno dell'energia nucleare, i servizi idrici non si potranno privatizzare, presidente del Consiglio e ministri non potranno usufruire del legittimo impedimento. Tranne che per il legittimo impedimento, non ha vinto il buon senso ma l'ideologia. Sul nucleare i comitati promotori hanno cavalcato l'onda della paura che si è sviluppata dopo il disastro di Fukushima; per quanto riguarda l'acqua, i promotori hanno costruito il mito della ‘privatizzazione dell'acqua’.
Grazie alla vittoria del SI, anziché diminuire, i problemi ci saranno comunque. Per quanto riguarda la fornitura d'acqua, i cittadini stanno richiedendo che i privati escano dalle società che fanno arrivare l'acqua nelle case degli italiani (vedete i casi di Reggio Emilia e della Puglia).
Il problema energetico, invece, è molto più complicato. L'Italia non ha mai avuto un piano energetico. Il nostro paese sarà costretto a dipendere dalle forniture che vengono prodotte dalla Francia oppure da altri paesi, come la Russia, per quanto riguarda il gas. La vittoria degli anti-nuclearisti non facilita la ricerca di una soluzione, anzi la complica. Parliamoci chiaro: le energie rinnovabili non potranno mai soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. Il raggiungimento del fabbisogno con le rinnovabili è impossibile, non perché non si vogliono usare fotovoltaico ed eolico, ma perché significherebbe ricoprire l'intero suolo italiano di pannelli fotovoltaici e pale eoliche.
Sia chiaro, non si è contrari alle energie rinnovabili per partito preso, ma è utile che siano usate con saggezza e che siano coadiuvate ad un'altra fonte di energia. I pannelli fotovoltaici non possono essere installati dove si vuole, ma bisogna individuare punti dove non intacchino il paesaggio. Immaginate le colline della Toscana, che invece di essere coltivate, vengono usate come terreno per il fotovoltaico.
In più bisogna sfatare un altro mito: non è vero che i pannelli solari non inquinano. Il fotovoltaico emette CO2 (anche se le emissioni sono relativamente basse), ma il danno maggiore è quello che il solare fa nel terreno, ovvero il rilascio di silicio nella terra usata per l'installazione del fotovoltaico che, di fatto, rende incoltivabile il suolo.
C'è un dato da tenere presente: per produrre il 20% del fabbisogno elettrico nazionale solo con il fotovoltaico avremmo bisogno di 600 milioni di pannelli solari da 1 mq circa, una cifra esorbitante.
Per questo il posto ideale per il montaggio di impianti fotovoltaici sono gli edifici pubblici e privati. Con l'istallazione sugli immobili pubblici si risparmierebbero migliaia di euro dei contribuenti da destinare ad altri progetti. La politica di qualsiasi livello (europea, nazionale e locale) deve essere promotrice dello sviluppo delle energie rinnovabili. Uno sviluppo che deve essere responsabile, non irregolare come quello che si sta propagando in questo periodo, che fa male all'ambiente e all'economia.

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