martedì 14 giugno 2011
Caso Battisti: oltre al danno la beffa
da Il Patto Sociale
di Marco Mitrugno
Ci risiamo. La questione riguardante Cesare Battisti, ex leader del gruppo terrorista dei Pac, è tornata agli onori della cronaca. Se n'era sentito parlare alla fine del 2010, quando l'ex presidente del Brasile Lula aveva rifiutato la richiesta del governo italiano di estradare Battisti.
Come se non bastasse, il governo carioca ne ha combinata un'altra: oltre alla mancata estradizione, ha liberato Battisti che adesso vuol fare una vita da scrittore, in compagnia della fidanzata 26enne e delle due figlie che sta aspettando dalla Francia. Uno scacco subito dalle famiglie delle vittime uccise da Battisti, che oltre al danno, hanno avuto la beffa. Non potranno vedere l'ex terrorista dietro le sbarre di un carcere italiano, in più adesso sanno che è un uomo libero e che può fare tranquillamente quello che vuole.
Battisti è stato condannato per quattro omicidi. Il primo nell'aprile del 1978: fu ucciso Antonio Santoro, maresciallo della Polizia penitenziaria. A sparare furono Battisti e un complice.
Il secondo nel febbraio 1979: venne ucciso Pierluigi Torregiani, un gioielliere. In questo caso Battisti è stato organizzatore ed ideatore. Nel conflitto a fuoco fu ferito anche il figlio di Torregiani, che da allora è invalido.
Il terzo omicidio fu fatto lo stesso giorno dell'uccisione di Torregiani: Battisti fece da spalla a Diego Giacomin, che fu l'esecutore materiale. Fu ammazzato Lino Sabbadin, un macellaio, che si oppose con le armi al tentativo di rapina.
La quarta uccisione fu quella di Andrea Campagna, agente della DIGOS, che aveva partecipato agli arresti riguardanti l'omicidio Torregiani. L'agguato fu subito rivendicato dai Pac.
Cesare Battisti è stato condannato in contumacia per i quattro omicidi. Evase nel 1981 e visse a Parigi per circa un anno, dove conobbe la donna che successivamente divenne sua moglie.
Il caso scoppia nel 2004 quando l'Italia chiede l'estradizione di Battisti alla Francia, che decise di far tornare l'ex terrorista in Italia. In seguito a questa decisione Battisti si rese latitante e venne arrestato nuovamente in Brasile nel 2007. Il governo brasiliano concesse all'ex militante dei Pac lo status di rifugiato politico. Più volte si sono mosse le istituzioni italiane ed europee per richiedere l'estradizione di Battisti, che però non viene ottenuta. Nel 2009 l'On. Cristiana Muscardini, oggi parlamentare europeo di Fli, propose una ‘estradizione europea’, cercando di coinvolgere le varie anime che fanno parte dell'assemblea di Bruxelles. L'azione però non ha portato nessun effetto positivo, forse perché l'UE non gode ancora di un'autorità abbastanza forte.
Alla fine del 2010 l'Italia ha richiesto nuovamente all'ex presidente Lula l'estradizione di Battisti, ottenendo come risposta un secco NO che ha fatto indignare tutto il panorama politico italiano, insieme alle famiglie delle vittime uccise da Battisti.
Le ultime speranze erano riposte nella neo presidente carioca, Dilma Rousseff, che non ha concesso l'estradizione, ma in più ha concesso la libertà a Battisti.
Naturalmente il mondo politico ha condannato la decisione brasiliana, tranne qualche personalità come Paolo Cento secondo il quale "bisogna chiudere la brutta pagina del terrorismo e quindi accettare la decisione del Brasile". Certo, si chiuda la pagina del terrorismo, ma i familiari di Torregiani, di Campagna, di Santoro, di Sabbadin, quando otterranno giustizia?
A questo punto secondo alcuni si devono chiudere i rapporti di amicizia e commerciali con il Brasile. Un'azione forte da parte del governo italiano verso quello brasiliano potrebbe far capire quanto sia importante per il popolo italiano vedere uno dei terroristi più pericolosi della nostra storia in carcere, per pagare i delitti.
Ma se proprio non si vuole interrompere l'amicizia, si può sempre ricorrere al tribunale de L'Aja, per cercare di ottenere quello che l'Italia cerca di avere da almeno dieci anni.
Il ministro Frattini potrebbe occuparsi personalmente del caso Battisti, magari riferendo in Parlamento. Oppure è troppo impegnato con il governo di St. Lucia?
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