mercoledì 25 maggio 2011

Primavera iberica: genesi di una protesta europea?


da Libertiamo.it


di Marco Mitrugno


Sono su tutti i giornali d'Europa. Hanno suscitato più interesse delle elezioni amministrative che si sono tenute e che con molta probabilità scombussoleranno il quadro politico iberico. I "Los indignados" sono al centro della cronaca politica spagnola. Migliaia e migliaia di giovani, che dal 15 maggio si sono riversati nelle piazze delle città della Spagna, per chiedere un cambiamento radicale.
Pongono problemi che hanno bisogno di una soluzione: provvedimenti per porre un freno alla precarietà; proposte per abbassare il tasso di disoccupazione giovanile, che in Spagna è del 43%; pulizia delle liste elettorali, dove vi sono molte personalità che hanno a che fare con la corruzione; cambiamento della classe dirigente, che non risponde più ai bisogni della popolazione.
Una protesta che sembra non volersi fermare, che si sta allargando a macchia d'olio: ora sono circa cinquanta le città interessate dalla contestazione. Tra l'altro la polizia non è mai intervenuta per porre fine alla protesta, che è stata dichiarata illegale dai massimi organi costituzionali spagnoli.
E' un terremoto che sta sconvolgendo i piani di Zapatero e del governo, che fino ad ora non aveva mai dovuto fronteggiare proteste. E il Partito Popolare non aspetta altro che un passo falso di Zapatero per poterlo mettere all'angolo.
I ragazzi iberici dicono di ispirarsi alle rivolte arabe, anche se i motivi che hanno suscitato le rivoluzioni nord africane sono del tutto diversi. I giovani della Spagna pongono problemi che sono presenti anche in Italia.
Qui la disoccupazione giovanile è arrivata al 30%, ma se non si deciderà di intrevenire adeguatamente, non ci vorrà molto affinchè si possano raggiungere le cifre che vi sono in Spagna. Inoltre c'è un enorme numero di ragazzi che non studiano e non lavorano, che di fatto sono parte inattiva del nostro paese. In questi tempi sono i ragazzi a chiedere aiuto, più di quanto si facesse in passato, anche perchè la fiducia che viene riposta nelle nuove generazioni è molto minore rispetto a quella riposta nelle generazioni precedenti. E come se non bastasse, i padri rimangono sempre più tempo attaccati ai posti di lavoro e come conseguenza i cervelli scappano dall'Italia.
Ad aggravare la situazione c'è la politica italiana, che sembra fregarsene delle vere necessità, non solo dei giovani, ma di tutti gli italiani. Lo si nota in questa campagna elettorale, dove i candidati sindaci che dovranno giocarsi tutto al ballottaggio, difficilmente parlano dei programmi, ma si insultano a vicenda, facendo allontanare la gente dalla politica e accrescendo il consenso per i movimenti che vogliono abbattere il sistema, come quello di Grillo.
Ci sono molte similitudini tra i motivi della protesta iberica e i principali problemi italiani. Tra questi c'è quello della corruzione. In parlamento c'è un ddl anti corruzione, che è chiuso nei cassetti. In poche parole dalle parti del Governo si parla della brutta politica, ma non si vogliono porre rimedi adeguati. L'unico obiettivo di questo  esecutivo sembra essere quello di garantire a Berlusconi di rimanere lì dov'è, a tutti i costi, anche aumentando i posti da sottosegretario.
Quello che sta succedendo in Spagna potrebbe essere solo l'inizio di una lunga protesta, che si potrebbe propagare in tutta Europa. E le probabilità che ciò accada non sono poche, perchè le tematiche toccate sono universali e soprattutto pare che non abbiano appartenenza politica.

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