mercoledì 22 dicembre 2010

Se il Pdl tornasse Forza Italia?


di Marco Mitrugno


Il Pdl è in crisi. Da quando Fini puntò quel dito alla direzione nazionale, il partito non riesce più ad attirare gente e riceve quotidianamente critiche anche dai simpatizzanti. Il movimento di Berlusconi non avanza proposte e fonda la sua azione politica contro Fini e i traditori. E' una strategia che ha stancato, perchè il Paese non chiede di attaccare quotidianamente Futuro e Libertà, ma chiede di essere governato e visto che Silvio si vanta di aver ottenuto la fiducia, ora governi e risolva i veri problemi, come quello dei rifiuti di Napoli; risponda a tutti i ragazzi che vanno in piazza; porti avanti una politica economica che faccia calare (anche di poco) il tasso di disoccupazione giovanile.
Ma queste sono tematiche che solo un premier responsabile potrebbe affrontare e lui non lo è. Lui è dedito alla sua immagine; è dedito al gradimento che la gente nutre nei suoi confronti; è dedito agli "ideali" (ammesso che li abbia) suo partito. 
Proprio su quest'ultimo punto si sta discutendo, tanto che il Giornale ha avviato un sondaggio. Lo si sa da tempo, che in risposta a Fli, Berlusconi voglia cambiare nome al Popolo della Libertà, tanto che c'è chi vedrebbe di buon occhio un ritorno alla vecchia (non è un modo di dire) Forza Italia. Il sondaggio pubblicato dal Giornale dice che più del 70% dei lettori del quotidiano di Sallusti vorrebbe cambiare il nome del partito con quello della discesa di Silvio, Forza Italia. Anche da questi "piccoli" particolari si può capire come Berlusconi ami il passato; crede di essere fermo al '94, quando promise la rivoluzione liberale, in un Paese che rischiava di andare in mano alla gloriosa macchina da guerra di Occhetto e alle forze illiberali. Sedici anni dopo abbiamo visto chi è l'illiberale e chi è che non ha mai attuato la "rivoluzione". 
Ma se veramente il Pdl dovesse chiamarsi Forza Italia, cosa accadrebbe? Cosa farà il triumvirato Gasparri-Alemanno-La Russa? 
Certo è curioso pensare a La Russa e Gasparri sotto il vessillo di Forza Italia. Immaginare Alemanno che sventola la bandiera di Fi, fa ridere ancor di più: lui, il sindaco di Roma, che fa dell'identità della destra il suo credo. E cosa faranno tutti quei giovinetti identitari, che oggi si riconoscono nel Pdl e che domani potrebbero trovarsi in una "nuova Forza Italia? Loro che ogni volta che gli incrociamo per strada ci dicono che siamo traditori, che siamo venduti, che non crediamo in nessun ideale. Cosa diranno gli esponenti della "destra sociale, identitaria e nazionale" che ancora oggi elogiano le gesta del 1922 quasi a voler rievocare un passato che non tornerà mai più e che in alcuni casi è stato disastroso.
Non sarà facile rivedere nuovamente nel campo politico Forza Italia, ma qualche confezione di pop corn possiamo prepararla, magari per farci qualche risata!

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