mercoledì 1 dicembre 2010

La coerenza di Dell'Utri


di Marco Mitrugno

Molto spesso, quasi sempre, attacchiamo e critichiamo la nostra classe dirigente sullo spinoso argomento della "coerenza". Quante volte abbiamo criticato che secondo noi non è coerente con le proprie idee. E quante volte durante l'estate ed ancora oggi, ci sentiamo dire che non siamo coerenti perchè abbiamo "tradito" il Pdl e Berlusconi.
Ma tra tutti i deputati, senatori, ministri e sottosegretari c'è chi è coerente con la propria idea è il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri. "Girovagando" per il web ho trovato un video di Sky Tg 24, dove Dell'Utri commenta la sentenza del processo d'appello, che lo ha condannato a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Infatti il senatore del partito di Berlusconi considera "illogica" la sentenza. Inoltre lo stesso Dell'Utri crede che "non c'è nulla di provato, solo accuse di falsi pentiti. Ho sempre parlato di sentenze politiche e non posso che confermarlo". Con ciò il senatore non fa altro che confermare la teoria pidiellina del complotto, i giudici e tutti i magistrati vogliono sovvertire la volontà popolare, inventando inchieste ed indagini contro gli esponenti di Forza Italia prima e del Pdl poi.
A Dell'Utri viene posta un'altra domanda "scomoda" (credo che per tutte le persone oneste, una domanda del genere sia imbarazzante): la giornalista chiede all'esponente del Pdl se vuol ribadire il suo pensiero su Mangano e lui senza alcun problema risponde che continua a considerare lo stalliere di Arcore un eroe. 
Questa è l'ennesima dimostrazione che c'è una parte della nostra classe dirigente, che invece di difendere l'operato dei magistrati nella lotta alla mafia cerca di minare la reputazione e il buon lavoro fatto dai magistrati. E' vero che c'è una parte marcia della magistratura, come in ogni altro ambito, ma non per questo c'è il bisogno di demonizzare un'intera istituzione. Poi da qui si scatena la sfiduca da parte della popolazione nella classe politica e nella magistratura. E' anche vero che nel nostro paese se non si è condannati in tutti e tre i gradi di giudizio c'è la presunzione di innocenza, ma ciò non vuol dire che i politici e la classe dirigente d'Italia debbano essere avvantaggiati davanti a i tribunali.
E' un atteggiamento che una Nazione civile non può accettare.

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