di Marco Mitrugno
Il no all'estradizione di Battisti è arrivato. Tutti ce lo aspettavamo ma fino all'ultimo abbiamo creduto in una presa di coscienza da parte del presidente del Brasile, Lula, che non c'è stata. Prendiamo atto di questo comportamento da parte del presidente brasiliano e cerchiamo di mobilitarci in modo da essere il più vicini possibile ai familiari delle vittime uccise da Battisti. Molto spesso le idee del ministro Meloni possono essere considerate "estreme", ma la decisione da parte del ministro di prendere parte ad una manifestazione di piazza al fianco di Torregiani e di tutti i parenti che hanno pianto per colpa di Battisti.
Leggendo alcune delle motivazioni, avanzate dall'ambasciatore del Brasile, qualche giorno addietro, fa pensare come in Brasile l'ex terrorista venga visto come un eroe, o meglio, come un combattente per il bene comune. Non dimentichiamo che Lula è espressione di un partito di sinistra e come ha dichiarato Gianmario Mariniello, è difficile disintossicarsi dal virus filo-comunista.
Quella del governo brasiliano è una decisione che non può essere compresa, che non ha diritto di essere compresa, perchè, se davvero la legge è uguale per tutti (e questa è la dimostrazione che non lo è!), un terrorista condannato a quattro ergastoli deve essere rinchiuso in carcere, ma non in un carcere qualsiasi, in un carcere italiano.
Con la sua decisione, Lula ha insultato tutti gli italiani che hanno sete di giustizia, ha insultato le vittime che Battisti ha ucciso, ha insultato le famiglie delle vittime.
Sono ancora più vergognose le parole di Paolo Ferrero, leader di Rifondazione Comunista, che chiede di accettare la decisione del presidente brasiliano.
A questo punto non sarebbe sbagliato avviare ritorsioni diplomatiche, perchè pensare che Battisti potrà festeggiare il Capodanno come un cittadino onesto, fa venire i brividi.