sabato 30 ottobre 2010

Ragazzi, sveglia!


In questi mesi si notano le proteste studentesche: autogestioni, occupazioni e manifestazioni in piazza. Niente di meglio. Questo fa notare come anche i giovani e i giovanissimi, possono organizzare, bene e benissimo, le proteste che ho elencato precedentemente.
Troppo spesso, però, queste proteste (specialmente le manifestazioni di piazza) si trasformano da movimenti d'opinione, dove ognuno può esprimere la propria idea e opinione, in movimenti politici, dove chi non è gradito non può esprimere le idee.
Naturalmente, trasformandosi in manifestazioni politiche, si notano le strumentalizzazioni che i professionisti della politica (siano essi di sinistra o di destra) attuano, sporcando di fatto le iniziative dei ragazzi liberi.
Purtroppo questa è un'usanza molto diffusa e i ragazzi non riescono a "pulire" i cortei da politici del genere, che hanno come obiettivo quello di plagiare le menti libere e di raccogliere consenso dai giovani per aver partecipato alla loro manifestazione.
E d'altronde si sà, noi giovani, spesso ci facciamo ammaliare dai personaggi che sono vicini alle nostre battaglie, senza capire che il loro scopo non è quello di aiutarci, ma quello di sfruttarci per i loro comodi.
Questo è un appello che rivolgo a tutti i giovani che si sentono liberi, perchè per scioperare non basta la logica del "se non entra il mio amico, non entro io"; per scioperare ci deve essere un'ideale che collega il manifestante con la manifestazione.
Non dobbiamo dare ascolto a persone di 50-60 anni, che ci invita a fare la "rivoluzione" per i loro comodi.senza aver alcun interesse per il nostro futuro.
Le nostre idee non devono essere strumento di consiglieri regionali, assessori e altre autorità istituzionali, Vogliono toglierci il futuro.
Sta a noi giovani sentire il dovere di protestare, senza pressioni e senza strumentalizzazioni; il domani appartiene a noi, nessuno potrà togliercelo per i propri interessi presonali.

mercoledì 27 ottobre 2010

Se questa è televisione


Arriva l'autunno e come ogni anno scoppiano le polemiche sulla televisione. Come dimenticare il caso di Sarah Scazzi, che dal 26 agosto fini ad oggi è presente nel palinsest di ogni programma di approfondimento pomeridiano. Si è superato il limite, specialmente nel caso di Sarah; quello che vediamo ogni giorno in televisione non è giornalismo, potrebbe essere chiamato sciacallaggio, anche se è un termine un po' forte. Ma d'altronde non esiste un termine diverso per descrivere quegli inviati che ogni giorno, dalle 8 del mattino alle 24, sono lì davanti alla casa della famiglia Misseri o davanti casa della famiglia Scazzi. Finalmente è arrivato un provvedimento del sindaco di Avetrana che vieta ai giornalisti di essere nei pressi della casa della famiglia Misseri. Nel pomeriggio è arrivata l'ordinanza che i giornalisti devono lasciare il parcheggio del tribunale di Taranto, ma i cronisti non l'hanno presa molto bene, confermando una morbosità mediatica che ha dell'assurdo (e nessuno venga a dire che non è vero). A rafforzare la morbosità c'è la notizia che si sta girando una fiction che riguarda l'omicidio di Meredith Kercher, come fu fatto dagli autori della fiction Ris, che in uno degli episodi ricalcavano la strage di Erba.

Non se ne può più di questi telegiornali che non aggiornano totalmente il cittadino su quelloche succede in Italia del mondo, perchè ci sono troppi interessi. A partire dal TG 1 , telegiornale della rete ammiraglia della Rai, che non è più quello dei tempi passati: gli ascolti diminuiscono (anche se Minzolini dice che aumentano), non esiste obiettività nell'esporre le news, che sono sempre più filo-berlusconiane. Alla faccia del servizio pubblico. 
Impossibile non parlare del TG 5, che negli ultimi tempi ha sempre dedicato l'apertura al caso di Avetrana, soffermandosi su questo per circa un quarto d'ora e lasciando i temi ben più importanti (senza nulla togliere al giallo di Avetrana) gli ultimi dieci minuti del telegiornale. Ma il telegiornale che davvero rifiuto è Studio Aperto: la pagina politica dura cinque minuti, la pagina di cronaca dieci minuti ed il resto del notiziario è dedicato alle vicende amorose delle veline che si sono lasciate con questo o quel calciaore, a personaggi televisivi che devono farsi pubblicità e se ci si riesce a quello che succede nella casa del Grande Fratello. L'unico vero telegiornale che si può guardare con piacere è quello de La 7, che fa una giusta informazione: rende tutto noto, dalla notizia più importante a quella più superflua, facendo così un servizio completo.

Però la vera piaga del nostro tempo sono i reality show: dal Grande Fratello a Uomini e Donne, passando per X Factor, L'isola dei famosi e Amici. Non fanno altro che descrivere un mondo che non esiste. Sembra che ormai non esista più nessuna chance, per i giovani, di acquisire un minimo di popolarità attraverso il lavoro e lo studio, il vero problema è che c'è rassegnazione, come se non si potesse fare niente per eliminare questi format. Ma in realtà una piccola grande cosa si può fare: non guardare i reality show, di conseguenza calano gli ascolti. Perchè non se ne può più di arrivare la mattina a scuola e sentire gente che discute sul litigio di Tizio con Caio.

Spegniamo la televisione e accendiamo le coscienze.

mercoledì 20 ottobre 2010

Questa è la destra


In questi ultimi mesi, dopo l'espulsione di Fini dal Pdl, in tanti si chiedono quali sono i valori che la destra politica italiana ha sempre fatto suoi. Naturalmente non bisogna soffermarsi sui valori di 30-40 anni fa, ma sui valori di cui ha bisogno l'Italia in questi anni. 
C'è chi dice che Futuro e Libertà non sarà un partito di destra perchè (secondo alcuni) pone all'attenzione della classe dirigente istanze di "sinistra".
I valori che la destra di oggi deve portare avanti sono diversi e tutti potrebbero essere collegati tra di loro: futuro, patria, rispetto, legalità, gioventù, impegno, giustizia, solidarietà, libertà.
Sfido chiunque a dirmi che questi non siano valori che identificano, al giorno d'oggi, la destra italiana.
Perchè il futuro? Perchè noi giovani abbiamo bisogno di costruire un futuro sicuro; non dobbiamo essere schiavi del volere dei nostri vecchi. Futuro perchè non si deve guardare con nostalgia al passato, ma cercare di creare un avvenire migliore, portandoci dietro le tradizioni importanti della nostra Nazione.
Patria perchè deve essere riscoperto l'amore per la nostra Italia; deve essere incentivato lo studio della storia d'Italia; le Istituzioni devono essere rispettate per il ruolo importante che ricoprono all'interno della nostra società, senza sparare a zero (come fa qualcuno).
Rispetto perchè bisogna rispettare l'avversario politico, rispettare l'idea altrui, rispettare l'immigrato che lavora e, a sua volta, rispetta la nostra legislazione.
C'è bisogno di legalità: alcuni vogliono nascondere responsabilità che deputati e altre personalità che ci rappresentano hanno. Legalità perchè la lotta alla mafia deve essere rafforzata e sentire un sottosegretario dire che non servono le intercettazioni telefoniche di un mafioso che parla con la madre, deve far riflettere sulla classe dirigente che guida l'Italia.
Con la legalità e collegata la giustizia, che, in Italia, è lentissima e per avere tra le mani una sentenza di un processo civile si devono attendere diversi anni. Abbiamo visto in questi tempi come gente che indagata e condannata sieda ancora in Parlamento. E poi si dice che la legge deve essere uguale per tutti.
La destra però è anche gioventù. Noi siamo il futuro, ce lo ripetono sempre, però non ce lo lasciano mai. A questo punto il futuro dobbiamo prendercelo noi, con il nostro impegno in qualsiasi cosa, dal lavoro alla politica. Dobbiamo far risaltare il nostro pensiero, il futuro è nostro ma se non lo prendiamo noi, nessuno ce lo lascerà. Solo noi giovani possiamo portare nella politica una ventata di pulizia: non abbiamo industrie, non abbiamo televisioni, non abbiamo interessi di qualsiasi tipo. Il nostro unico interesse deve essere quello di creare un'Italia migliore.
E la libertà? Tutti ci parlano di libertà, ma è quasi sempre limitata, specialmente per i giovanissimi. C'è bisogno di libertà vera: libertà di esprmere un'opinione differente, libertà di essere fuori dal coro, libertà di essere se stessi, libertà di denunciare i soprusi.
Sono questi i valori che mi hanno portato ad avvicinarmi alla politica di Gianfranco Fini. La vera destra è questa.

mercoledì 13 ottobre 2010

Ditemi se questo è sport!


Siamo arrivati all'esasperazione. Non se ne può più di questi fanatici che vanno allo stadio solo per far casino, fregandosene degli altri spettatori e dei giocatori delle squadre che scendono in campo.
Un tempo si diceva che il calcio fosse lo sport più bello del mondo. Già un tempo. Adesso andare allo stadio vuol dire non sapere se si ritorna a casa, come se si partisse per una missione di guerra. Le famiglie sono terrorizzate, gli stadi non sono sicuri; senza rendersene conto si potrebbe essere seduti di fianco a uno di questi pseudo tifosi, pronto da un momento all'altro a lanciare seggiolini, fumogeni e petardi in campo.
Ci si potrebbe trovare immischiati in una rissa, solo perchè hai lasciato l'auto nel posto sbagliato e magari un pugno in faccia non te lo toglie nessuno.
Quella gente che con il calcio e con lo sport in generale, non ha nulla a che fare, che riesce ad entrare negli stadi con spranghe e coltelli e riesce a non far disputare una partita, per il loro spirito ultra nazionalista. Come hanno fatto ad entrare nel Ferraris? Come potevano avere a portata di mano spranghe per distruggere le barriere, tronchesine per rompere la rete, come potevano avere petardi e fumogeni?
E vedere quegli uomini che per 1.500 euro al mese rischiano la vita nel tentativo di far giocare una partita di calcio e nel tentativo di riportare le strade di Genova sicure.
Come non si può auspicare l'uso del manganello e degli idranti su questi fanatici? Come non si può augurare loro tutto il peggio possibile e immaginabile?
Eppure c'è chi si oppone alla tessera del tifoso, c'è chi, negli stadi, canta continuamente contro la Polizia.
Ma d'altronde siamo in Italia. Prendiamo esempio dall'Inghilterra, la tolleranza zero ha portato dei risultati, sicuramente il fenomeno non è estinto, ma si è ridotto notevolmente.
Ma sognare un'Italia libera dagli ultras è praticamente impossibile. Sì, impossibile. Perchè quando un poliziotto o un carabiniere ammazzano durante una rissa un tifoso, si grida allo scandalo. Quando un tifoso ammazza un poliziotto o un carabiniere, lo si esalta. E allora tolleranza zero: chi si rende protagonista di scontri negli stadi deve essere punito, non con la DASPO, che non serve praticamente a nulla, ma con una punizione esemplare, che faccia capire che lo Stato c'è e non ha paura. E adesso, più di prima, mi stupisco di chi contesta la "tessera del tifoso". 
Ed ora che non si parli più di libertà per gli ultrà, perchè questi fanatici non meritano niente, nemmeno il più scontato dei diritti.
Passa in secondo piano un'immagine bella, che si è vista durante gli inni nazionali: un ragazzo di colore, che fa il raccattapalle, che si tiene la mano sul petto cantando l'inno di Mameli.

domenica 10 ottobre 2010

Ritorna l'Onda e le sue contraddizioni


E' ritornata l'Onda. La Gelmini è di nuovo al centro delle proteste che si sono tenute venerdì in molte città d'Italia. Come al solito si sono alzate molte polemiche sui cortei e sugli scontri. Ci sono stati tafferugli a Milano, Torino e Firenze, dove ci sono stati scontri con Polizia e alcuni militanti di destra.
Naturalmente le richieste di chi protesta sono sempre le stesse: la riduzione dei tagli alla scuola, che non sono contenuti nel DL 137/08 (il decreto Gelmini), ma nella legge 138, ovvero la finanziaria.
Da quando scrivo sul mio blog sono sempre andato contro il governo Berlusconi, ma questa è forse l'unica cosa buona che li riconosco. Sicuramente andrebbe ascoltato chi protesta, ma non credo che ci possa essere un buon margine di dialogo con chi assale le scuole solo perchè sono private, con chi assale militanti della parte politica avversa e chi aspetta i ragazzi di destra fuori dalla scuola per poter dar loro una lezioncina.
Questi non sono manifestanti "normali", è gente fanatica che vieni aizzata da prof. politicizzati (e nessuno mi venga a dire che non esistono insegnanti politicizzati, perchè a scuola ci vado anch'io e vengo discriminato, solo perchè ho un pensiero diverso), gli stessi professori che parlano di democrazia, ma che nell'animo sono ancora sessantottini convinti e che non hanno paura di "arruolare" studenti, perchè si sà, noi ci facciamo attrarre da un giorno di sciopero per saltare cinque o sei ore chiusi in aula. E allora via, tutti a protestare, in nome della scuola pubblica che non deve essere distrutta: gente che il giorno prima dello sciopero in un comitato studentesco dice che è di destra, ma non entra e poi li vedi nei centri commerciali; gente che dice di aver perso l'autobus per raggiungere la manifestazione (una scusa migliore no?); gente che preferisce rimanere a casa, nel suo caldo letto, ma che il giorno del ritorno a scuola comincia a fare i comizi; ed infine gente che sfila con le bandiere rosse, ma che se non veste ogni giorno abiti griffati dalla testa ai piedi non si sente realizzata.
Questi sono gli studenti, viva l'ipocrisia. Ed io dovrei dialogare con questa gente?! Forse sto facendo di tutta l'erba un fascio, forse sbaglio, ma se ci sono degli studenti realmente interessati al futuro della nostra scuola, se realmente ci sono studenti che non sono politicizzati e che non sono stati indottrinati dai professori, allora che protestino, ma senza bandiere di sindacati e senza sigle studentesche, perchè sono proprio loro che inquinano la libertà di pensiero di noi studenti.

mercoledì 6 ottobre 2010

E adesso amici come prima


Hanno fatto pace. E come titola Ffwebmagazine, i romani non sono più porci e Roma non è più ladrona. Hanno fatto la pace come bambini, davanti ad un piatto di polenta e code alla vaccinara. Come se non fosse successo niente; come se Bossi non avesse mai detto che i romani non sono porci, come se Bossi non avesse mai detto che Roma è ladrona.
Ma d'altronde si parla di opportunità si cerca di non seminare altra zizzania all'interno di una maggioranza che riesce a reggersi in piedi grazie ai "dissidenti" di Fli.
Loro che fanno lezioni di coerenza ai finiani accusati di non rinegare il proprio passato, sono gli stessi che fino a qualche anno fa criticava lo spirito secessionista della Lega, ma che oggi fa la pace con gli stessi leghisti.
Sono gli stessi che qualche mese fa fecero opera di attacchinaggio, con manifesti dov'era scritto:"Taci padano, noi siamo Roma", ma che oggi innegginano ad un'Italia unita e federale, in stile Carroccio.
Sono gli stessi che insieme alla bandiera italiana, sventolano la bandiera de Il popolo di Roma e quella con su stampato il sole della Alpi, al centro delle polemiche in questi ultimi tempi. 
E poi che dire della Polverini che imbocca Bossi e di Alemmanno che accende il sigaro al Senatùr? Non ci sono parole. E' come se lo sgarbo lo avessero fatto loro.
Eppure non si possono dimenticare alcune frasi e striscioni del Carroccio dove si diceva che i laziali puzzano. Ma il passato non conta più, sono tornati amici. Basta un pò di polenta e di pasta per cancellare un'offesa ad un popolo come quello romano. 
D'altronde non potevamo aspettarci altro: la Lega predica il voto, ha dato tre settimane di tempo, non sarà mica una manovra politica?
Probabilmente sì, ma ormai siamo abituati a questi exploit pro Lega.
Intanto però c'era qualche esponente del Pd che ha protestato contro l'iniziativa e, di certo, non li si può dare torto.

martedì 5 ottobre 2010

Aspettando Perugia...


E finalmente ci siamo: nasce il nuovo partito. Fli diventa un soggetto politico. Tutti si chiedono che tipo di partito sarà e chi risponde dice che sarà un aggregato di idee senza generali, colonnelli, falchi e colombe e che non sarà percorso da personalismi e gelosie . Naturalmente a dirlo è il Presidente Fini. Quindi l'incontro che si terrà a Perugia, non sarà dedicato ai soli aderenti di Generazione Italia, ma a tutti i simpatizzanti di Futuro e Libertà.
Un percorso che è cominciato il 5 settembre a Mirabello, con il discorso di chiusura della Festa Tricolore di Gianfranco Fini, che di fatto espose i punti salienti della politica di Fli. 
A questo punto ha inizio una nuova avventura, parte una destra nuova, fondata sui valori della legalità e sull'unità della Nazione e se qualcuno crede che con i "team della libertà" (mi sà tanto di servilismo) possa mettere paura a questo movimento, evidentemente non ha capito nulla. Perchè non si rende conto dell'entusiasmo che c'è, soprattutto tra noi giovani. 
E a questo punto non resta che aspettare Perugia (prima) il 6 e 7 novembre e Milano (poi) il 27 gennaio.

venerdì 1 ottobre 2010

Ciarrapico sì, Fini no


Che esponenti che ha il Pdl! Dovrebbe essere il Partito dell'amore, ma non lo è stato, non lo è e non lo sarà. Specialmente dopo l'intervento di Ciarrapico durante il dibattito al Senato sulla fiducia al Governo. Il senatore, che si è più volte dichiarato fascista, nonostante i richiami del Ppe, qualche tempo fa.
Ieri però ha superato il limite, dando a Fini e ai finiani dei rinnegati e chiedendosi se Fini e i suoi hanno ordinato le kippah (il tradizionale copricapo che usano gli ebrei uomini quando sono nelle sinagoghe) per la fondazione del nuovo partito. Tutto questo ha scatenato le reazioni di tutto il mondo politico, mi aspettavo che Berlusconi dicesse che fosse stata una battuta, come quella di Bossi,  ma si è dissociato.
E' triste come un senatore della Repubblica possa fare certe dichiarazioni di stampo anti-semite, anche se lo stesso Ciarrapico ha aggiustato il tiro, dicendo che non è una questione di anti-semitismo (ma ci credo poco).
Non si capisce come Gianfranco Fini sia stato detto incompatibile con il Pdl, mentre un fascista, che fa ancora affermazioni dele genere, è considerato compatibile con un partito, che, si dice, sia liberale. Questa è la logica del berlusconismo, un fascista, un socialista e un non credente, trovano casa nel Pdl non per un'idea di pluralismo, ma per rendere omaggio ad una persona che lo ha fatto arrivare al Senato. D'altronde lo ha detto lo stesso Ciarrapico: i finiani sono stati eletti grazie a Berlusconi. Questo per far ribadire il concetto.
Le dichiarazioni di Ciarrapico, hanno trovato asilo anche nell'ala più estrema della Giovane Italia, che critica la risposta di Fli, specialmente l'ultimo trafiletto, dove l'On. Ruben dice:"Noi siamo cittadini ebrei italiani". Non si capisce cosa ci sia di strano.
Ultimamente qualcuno mi ha chiesto di rientrare nella Giovane Italia (della quale non conosco l'organigramma e non so nemmeno se ci sia), ma preferisco rimanere fuori da questo partito, voglio preservare la mia faccia e la mia dignità.