giovedì 3 novembre 2011

Italia nel baratro, la soluzione sono le riforme condivise


da Akropolis Mag

di Marco Mitrugno

Dopo l’annuncio da parte della Grecia, riguardante il referendum sul pacchetto di aiuti europei, l’Italia è entrata ufficialmente nel baratro. No, non è terrorismo, è la realtà: ieri la borsa di Milano ha chiuso con -6,8% e lo spread ha toccato quota 4,59%. Record storico. Subito è suonato l’allarme al Quirinale: Napolitano ora punta alle larghe intese e quindi a riforme condivise. Berlusconi è rientrato anzitempo a Roma, dove ha riunito i ministri e, forse, si è reso conto della gravità della situazione.

Tutte le forze politiche si sono rese disponibili per aprire un confronto (strano ma vero). La crisi sta uccidendo l’Italia e finalmente se ne sono resi conto tutti quanti. Certo c’è chi chiede le elezioni anticipate, ma questa strada non sembra quella giusta: in primo luogo perché l’Italia ha bisogno di riforme immediate che diano risposte ai mercatie andare alle elezioni significherebbe perdere altro tempo; in secondo luogo non dimentichiamo che ci sarà il referendum sulla legge elettorale e quindi tutti i politicanti che sono in procinto di lasciare il parlamento (e che con molta probabilità non vi faranno ritorno) hanno tutto l’interesse di andare alle elezioni con questo sistema elettorale. Ed allora, in questo momento storico, l’unica via percorribile sembra sia quella di un governo tecnico, che affronti i problemi e arrivi alle riforme condivise. Ora come ora, è inutile che Berlusconi continui a spacciare fumo dicendo che si faranno le riforme: il governo non ha i numeri per approvare provvedimenti importanti come quello riguardante i licenziamenti.
Per fortuna c’è Napolitano, che rende l’Italia credibile davanti agli occhi dell’Europa, anche se lentamente il nostro paese sta imboccando la strada che porta alle condizioni della Grecia.

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