da Il Futurista
Adesso tutti avranno il lutto al braccio. Tutti quei fighetti che non sanno vivere senza Grande Fratello e discoteca; tutti quei poveri adolescenti secondo i quali “se non guardi il GF sei un povero vecchio”; tutti quelli che dicono “se non guardi il GF sei un asociale”; e, infine, tutti quei radical chic pronti a fare la morale, ma che di morale loro non hanno niente. Per fortuna la casa di Cinecittà non attrae più come in passato. Per fortuna è arrivato Fiorello, viene quasi da cantare “Meno male che Fiorello c’è!”. C’è lui adesso il lunedì, a far mangiare la polvere alla Marcuzzi (la scorsa puntata Rai1 ha collezionato il 43% di share contro il 14% del GF). Ci fa ridere, con le solite imitazioni dal cantante Morgan, a Camilleri, poi gli sketch con il fratello Beppe, la buona musica con Bublè, i Coldplay, Tony Bennet e la straordinaria Giorgia che chiude tutte le puntate con un revival anni ’60. Finalmente il servizio pubblico rende interessante la rete ammiraglia della Rai, che, di fatto, oltre lo show di Fiorello, non offre più nulla. Ma la cosa più bella è che lo spettacolo viene seguito da giovani e anziani: nipoti e nonni si siedono davanti al televisore per farsi due risate, come per riscoprire un legame, che con la generazione dei reality era venuta a mancare. E poi c’è da commentare l’intelligenza di Fiorello nell’usare i social network come Twitter: i giovani pubblicano video e imitazioni del comico, commentano con gli amici e una cosa del genere non era mai successa.
Al Grande Fratello, non resta che celebrare il proprio funerale, al quale parteciperò con sommo piacere.