martedì 26 luglio 2011

Cosa ci fate lì?

Nei giorni che hanno anticipato il voto sull’arresto di Alfonso Papa, si è sviluppato un grande dibattito su chi è a favore dell’arresto e chi, invece, è contrario. Il Pdl (come sempre) ha costituito un blocco unico per il no, la Lega si è spaccata, mentre tutte le opposizioni, a meno che non ci siano delle defezioni, voteranno a favore dell’arresto del deputato pidiellino. Quello che mi ha stupito maggiormente è stato l’atteggiamento dei giovani del Pdl. La Meloni, da sempre si fa portavoce del valore della legalità, proponendo la non candidatura di politici che hanno avuto rapporti con la criminalità. Pochi giorni fa, ha dichiarato che l’arresto di Papa è sbagliato.

A questo punto mi chiedo e chiedo a tutti i ragazzi della Giovane Italia: ma voi cosa ci fate lì? Voi che vi dite portatori di valori come la legalità; voi che dite che Borsellino era un eroe (e lo è realmente) cosa pensate di chi vi dice che è sbagliato arrestare Papa, che Dell’Utri è innocente e che Berlusconi è un perseguitato politico. Cosa ci fate lì dentro? Sembrate solo marionette usate dai big del partito, per i porci comodi loro. Accettate l’invito di Granata: ribellatevi. Ribellatevi al sistema berlusconiano, che tutto è tranne che legalità.

sabato 23 luglio 2011

Se Tedesco non vuole dimettersi


di Marco Mitrugno
Lo scorso mercoledì la Camera e il Senato hanno votato su due richieste d’arresto. A Montecitorio si è votato sulla vicenda riguardante Alfonso Papa e la Camera ha deciso per l’arresto del deputato del Pdl. Al Senato si è votato sull’arresto del senatore del Pd Alberto Tedesco, indagato per un caso di malasanità in Puglia. All’inizio dell’indagine era assessore alla sanità della giunta guidata da Nichi Vendola. Il Senato ha respinto la richiesta d’arresto, nonostante lo stesso Tedesco avesse chiesto che si votasse sì. L’ex assessore pugliese non si è salvato grazie ai voti del Pd, ma grazie a quelli del Pdl. Praticamente il partito diBerlusconi ha aiutato Tedesco in nome di quel garantismo malato.  E proprio Tedesco di dimettersi non vuole saperne niente. Perché secondo lui se si dimettesse farebbe “un favore ai magistrati”.
A questo punto sorge una domanda spontanea: se voleva essere arrestato,  non ottenendo quello che voleva, perché non si dimette? Quindi bisogna iscrivere anche Tedesco all’elenco dei finti garantisti. Essere garantisti vuol dire assumersi le proprie responsabilità e, se si ricoprono incarichi pubblici dimettersi per difendersi al meglio davanti all’accusa. Tedesco sembra uno dei peggiori pidiellini quando dice che i pm stanno rallentando l’arrivo del processo. Ciò che fa specie è che la gente che incontra Tedesco per le strade di Bari si ferma per poterlo abbracciarlo. Così si rischia che il valore della legalità venga meno.
Il comportamento di Tedesco ha scatenato le ire i Bersani, che chiede a chi è indagato di fare un passo indietro. Ma l’ex assessore pugliese se ne frega. Da non dimenticare che il senatore pugliese è arrivato palazzo Madama, per poter godere dell’immunità parlamentare. Il senatore Tedesco dovrebbe fare un esame di coscienza e se davvero vuole che la magistratura faccia bene il suo lavoro, farebbe bene a dimettersi e mettersi a disposizione dei pm.

mercoledì 20 luglio 2011

Da via D'Amelio ad oggi


da Il Patto Sociale

di Marco Mitrugno

Il 19 Luglio 1992: in via D’Amelio, a Palermo, moriva Paolo Borsellino, magistrato antimafia. Ad ucciderlo fu la mafia stessa che Borsellino ha combattuto per tutta la vita, al fianco del suo amico e collega, Giovanni Falcone. Sono passati diciannove anni da quel giorno, ma nessuno dimentica il lavoro fatto da Borsellino in nome dello Stato e del rispetto della legalità, valore che sembra non esistere più nell’Italia del 2011, che in pochi evocano  e che tanti non rispettano. A partire dalla classe dirigente, da chi siede nei palazzi del potere e nelle stanze dei bottoni, da chi considera un eroe Antonio Mangano e da chi difende Alfonso Papa.

In nome di Paolo Borsellino deve tornare a vivere, ora più che mai, la legalità. In molti si riempiono la bocca con questa parola, ma poi in pratica c’è chi se ne infischia del rispetto delle leggi e delle regole. Come si può invocare la legalità, quando si ha un Presidente del Consiglio plurimputato, che rifiuta di farsi processare e che, continuamente, dice di essere bersaglio di un complotto organizzato dalla Magistratura comunista? Chi ci rimette la faccia è la gente onesta che lavora nel Parlamento, come nella Magistratura e negli altri luoghi del potere.

Basta leggere le dichiarazione di Berlusconi sul caso Papa: “Dobbiamo salvarlo”, alla faccia della giustizia e di ciò che ne consegue, o conoscere un po’ il ‘caso’ Cosentino: nei confronti del deputato e coordinatore campano del Pdl  sono stati emessi sette mandati di cattura, confermati in seguito dalla Cassazione, per traffico illecito di rifiuti campani dal quale trarrebbe benefici la camorra. Qualche giorno fa è tornato agli onori della cronaca il ministro Romano. Non per meriti riguardanti il suo lavoro di ministro dell’agricoltura, ma per i suoi presunti rapporti con la mafia. Romano,infatti, è stato rinviato a giudizio per concorso in associazione mafiosa. Il ministro è rimasto scandalizzato denunciando “un corto circuito istituzionale”, come se non bastasse, davanti alla richiesta di dimissioni dell’opposizione, nella quale c’è anche Fli, ha risposto con un secco no.

Qualche giorno addietro, c’è stata l’investitura di Angelino Alfano. Le parole che sono rimaste nella mente dei cronisti e di tutti gli uomini politici sono state quelle sul ‘partito degli onesti’ che il neo segretario pidiellino vuole costruire. Parole che hanno suscitato non poche perplessità, visti alcuni politici del Pdl, come Papa, Milanese, Cosentino, Dell’Utri e via discorrendo, tutta gente che, secondo la visione berlusconiana, è stata perseguitata dai compagni della Boccassini.
L’ultima prova è data dalle dichiarazioni di Giorgia Meloni, che si è sempre battuta per la legalità nella politica, ma che adesso dice che l’arresto per Alfonso Papa è ingiusto. In questa maniera sconfessa tutti quei ragazzi del movimento giovanile del Pdl, che ogni giorno si battono per la legalità, per pulire le istituzione dalle macchie che crea la criminalità organizzata. Loro che promuovono iniziative che mirano alla non candidatura di chiunque abbia avuto rapporti con la criminalità, ma che poi sono costretti a difendere chi della legalità se ne frega.

Per questo è importante ricordare Paolo Borsellino. Un uomo, un eroe, che ha dato la vita per difendere l’Italia dal male che la mafia rappresenta. In questi tempi, ora che il suo sacrificio sembra vano, c’è bisogno di ricordarlo con più forza, mettendo ai margini la gente che se ne infischia del rispetto delle regole e facendo risaltare chi ha la faccia pulita.

martedì 19 luglio 2011

La legalità: in nome di Borsellino



di Marco Mitrugno
A diciannove anni dall’attentato che costò la vita a Paolo Borsellino, è giusto ricordare il magistrato in modo degno. Nonostante l’estremo sacrificio di Borsellino, ancora oggi non si comprende quale sia il reale valore della legalità. In molti si riempiono la bocca della parola legalità, ma in realtà poi non applicano i suoi principi alla vita privata e politica. Basta considerare i vari casi Cosentino, Romano, Papa; Alfano dice di volere costruire il partito degli onesti, ma con gente del genere sarà un’impresa ardua. A pagarne le conseguenze sono tutte le brave persone che militano nel Pdl e che vedono la propria dignità infangata dai loro dirigenti nazionali. Non bisogna commettere l’errore di ergere la sinistra a difensore della legalità, perché oltre ai giustizialisti di Di Pietro ed ai giustizialisti a fasi alterne del Pd, anche da destra si alza una richiesta di maggiore attenzione alla questione morale. 
È il caso di Fli, che ha presentato una mozione di sfiducia verso il ministro Romano; dalla nascita, Futuro e Libertà ha inserito la legalità negli ideali principi del movimento. D’altronde da sempre la destra italiana è stata avamposto delle battaglie di legalità. Ma da diciassette anni a questa parte, da quando Berlusconi è sulla scena politica nazionale, il concetto di legalità è stato modificato: si confonde il garantismo con l’impunità, la richiesta di giustizia con il giustizialismo. Abbiamo avuto un esempio nella nostra Mesagne: quando si è venuti a conoscenza della presenza di un consigliere comunale punto di riferimento della criminalità locale, è stato costituito un fronte unico, con un eccesso di garantismo che di fatto a portato all’archiviazione della vicenda. In poche parole i cittadini mesagnesi non sanno se nella massima assise comunale vi è la presenza di un infiltrato o meno Borsellino immaginava un’Italia libera dal cancro mafioso, una politica senza infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. In nome di Paolo Borsellino, la politica italiana, di livello nazionale e locale, deve recuperare il senso della legalità, che deve essere guida della vita umana e ideale fondamentale della nostra società. 

lunedì 11 luglio 2011

Il fotovoltaico che sta distruggendo la Puglia


di Marco Mitrugno

Il risultato del referendum del 12 e 13 giugno, oltre ad aver fatto registrare la voglia di cambiamento da parte degli italiani, ha sancito una determinata linea rispetto a tre questioni particolarmente importanti: la gestione dei servizi idrici, il ritorno alla produzione di energia nucleare, il legittimo impedimento. In tutte e tre i casi ha vinto la linea del SI: i servizi idrici non sono stati privatizzati, l’energia nucleare non tornerà mai più in Italia e il legittimo non potrà essere usato dalle più alte cariche dello stato. Dei tre citati, il caso che ha maggiore importanza è quello riguardante la produzione di energia elettrica, in modo tale da soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. La strada del nucleare non è più percorribile, quindi si stanno focalizzando fondi e proposte sulle energie rinnovabili.

L’energia rinnovabile che sta trovando maggiore consenso in questo periodo è il fotovoltaico, che, in particolar modo nelle regioni del sud, sta invadendo le campagne, aiutato anche dalle pale eoliche. Sulle energie rinnovabili bisogna fare un’attenta analisi, non di parte, ma oggettiva, cosa  che non è stata fatta per il nucleare; si devono studiare i pro e i contro, quali sono i punti a vantaggio e quelli a svantaggio. In poche parole, non ci si deve far influenzare da un punto di vista ideologico, per il quale o si è del tutto a favore o si è del tutto contrari.
Per analizzare minuziosamente il fenomeno fotovoltaico, si potrebbe prendere in considerazione la Puglia ed in particolar modo il Salento, le cui campagne non sono più luogo di coltura di pomodori ed ortaggi vari, ma sono dimora di migliaia di pannelli fotovoltaici, installati da multinazionali, che molto spesso violano la regolamentazione e molto spesso si assiste a qualche sequestro di campi di pannelli solari. Nella regione governata da Vendola (da sempre sostenitore delle energie rinnovabili) i contadini e chi possiede i terreni, li vende o li affitta alle multinazionali (che arrivano anche dal Giappone), facendo installare distese di pannelli, che producono energia, che poi viene rivenduta. Praticamente le campagne del brindisino, del tarantino e del leccese, sono sempre meno adibite alla coltivazioni di prodotti tipici, ma con il passare del tempo diventano meta preferita per chi investe nel settore delle rinnovabili. Un esempio su tutti: Monte Sant’Eleuterio, è un’altura che si trova nel basso Salento, nei pressi di Matino, in provincia di Lecce. In passato era casa di numerosi alberi d’ulivo secolari, che sono le piante caratteristiche di quella terra. Ora la collina non è più ricoperta da ulivi, ma da pannelli fotovoltaici.
Il paesaggio pugliese rischia così di perdere la bellezza di cui è sempre stata dotata, per i mancati controlli e per la sbagliata regolamentazione, che di fatto non pone limiti agli imprenditori, per salvaguardare l’ambiente. Da qui deve nascere  lo stimolo per trovare nuove soluzioni e nuovi luoghi per l’installazione dei pannelli fotovoltaici; mete importanti potrebbero essere gli edifici pubblici.  Se la “nascita”, di campi fotovoltaici,  dovesse continuare imperterrita, la Puglia andrebbe incontro alla distruzione del proprio paesaggio.

venerdì 8 luglio 2011

Sì Tav per la mobilità dei giovani in Europa


da Il Patto Sociale

di Marco Mitrugno

No Tav, Sì Tav. E’ lo scontro che in questo periodo sta animando la Val di Susa. Tra chi dice che la Tav è un’opera inutile e che fa spendere una barca di soldi pubblici e chi, invece, sostiene che l’alta velocità sia un’infrastruttura da costruire al più presto, per mettere l’Italia al passo con gli altri paesi d’Europa, lo scontro non era mai stato così duro. Basta vedere i video dei telegiornali che hanno descritto gli scontri tra i cosiddetti “eroi” (così li ha definiti Grillo) e le forze dell’ordine.  E’ un peccato che Grillo, che si definisce un innovatore poi risulti un conservatore e reazionario, lui che usa internet per comunicare e per fare politica.
La Tav nel 2011 ha un’importanza fondamentale, senza l’alta velocità l’Italia è tagliata fuori dall’Europa che conta (per dirla con il gergo calcistico). Quelle dei valsusini, sono idee rispettabilissime, ma che puntano ad una logica isolazionista della nostra nazione e non c’è bisogno di scandalizzarsi se poi tra quei contestatori si trova qualche leghista. Gli uomini in camicia verde sono i padri dell’isolazionismo nostrano.  Se poi si aggiungono i soliti centri sociali e i black bloc, che della Val di Susa non conoscono niente e si presentano sulle montagne per combattere il sistema, come dicono loro, allora si perde qualsiasi speranza di dialogo tra chi è pro e chi è contro la Tav.
Si pensi che senza i treni ad alta velocità per raggiungere Lione dal nord Italia, servono almeno cinque ore di viaggio in treno, praticamente un’odissea. Si prenda in considerazione l’Interrial, un biglietto che permette ai giovani di raggiungere i posti e i paradisi più remoti d’Europa: l’assenza di una linea ad alta velocità convince i ragazzi, che hanno deciso di passare una vacanza in Italia, a desistere, perché per raggiungere il nostro paese le linee non sono adeguatamente veloci ed efficienti. Ovviamente tutto questo provoca un danno all’economia italiana e a tutto quello che deriva dalla presenza di giovani turisti nel Bel Paese.
Inoltre la mancanza di una linea ad alta velocità non si ripercuoterebbe solo sul turismo, ma anche sui trasporti. Il trasporto di merce su gomma è molto più lento e più costoso di quello ferrovia. Per trasportare prodotti con i vecchi tir, c’è bisogno di pagare il carburante, le autostrade, i pneumatici, gli autisti, senza tenere in considerazione che su gomma si viaggia ad una velocità massima di 100km/h, mentre con la Tav si raggiunge una velocità media di 200km/h circa.
Il sistema ferroviario dovrebbe essere migliorato non solo in ottica internazionale ed europea, ma anche in ottica nazionale. Ad esempio, non esistono agevolazioni per i ragazzi che viaggiano e si muovono da una parte all’altra d’Italia. Il prezzo dei biglietti è sempre alto, eppure si dovrebbe essere a conoscenza che i giovanissimi hanno una minore disponibilità economica, in confronto a chi una vita ce l’ha già. E’ l’ennesima dimostrazione che i giovani non sono ben considerati dalla nostra classe dirigente, ma allo stesso tempo sono gli stessi giovani che non riescono ad imporsi e ha pretendere ciò che in altri paesi i loro coetanei hanno già conquistato da tempo.