di Marco Mitrugno
E' nelle sale cinematografiche dal 5 gennaio, ma sta sbaragliando la concorrenza. Sta incassando milioni e milioni di euro, nonostante sia in programmazione da soli cinque giorni. Sto parlando del nuovo film di Checco Zalone, "Che bella giornata". Il nuovo film del comico pugliese è davvero un toccasana, è in grado di far ridere a crepapelle, ma allo stesso apre gli occhi e fa riflettere lo spettatore su alcune tematiche attuali.
Checco è un pugliese che da trent'anni vive in Lombardia; il suo sogno lavorativo è quello di entrare nellì'Arma dei Carabienieri, ma non vi riesce. Così viene assunto presso il museo dell'arcivescovato ed in seguito viene spostato per fare il guardiano alla Madonnina del duomo di Milano.
Lo stesso Checco non è a conoscenza che la Madonnina è bersaglio di un attaco da parte di terroristi isalmici. La ragazza del gruppo di terroristi deve tentare di sedurre Checco, ci riesce e si guadagna la fiducia del comico. Tra una risata e l'altra, che diventano quasi compulsive, il film "lancia" vari messaggi allo spettatore, come quando il protagonista con una frase lancia l'argomento del trattamento che le donne subiscono dagli integralisti islamici. Zalone costruisce una serie di legami familiari che risce a fargli ottenere tutto, dall'albero d'ulivo da parte del cugino agente della forestale, ai botti di capodanno illegali che li vengono donati da parte dello zio maresciallo dei Carabinieri.
Il comico riesce a far ridere raccontando la festa di un battesimo che si svolge ad Alberobello, prendendo in giro i luoghi comuni tipici del sud Italia ed in particolare. Ma lo fa senza volgarità, senza andare ad attacare un popolo "caldo" come quello pugliese.
Da un altro punto di vista, invece, ammira l'unità delle famiglie del sud: nella stessa festa di battesimo, si nota come un'intera comunità familiare si ritrovi a festeggiare il primo sacramento di un nuovo arrivato nel nucleo e mette in risalto l'abbondanza di doni, che da un certo punto di vista appare come un esagerazione, ma dall'altro è sinonimo di fratellanza.
Ma bisogna anche dire che il film presenta un cast d'eccezione con Rocco Papaleo, Ivano Marescotti (già presente nel precedente film del comico) e Tullio Solenghi, insieme a Caparezza, che interpreta se stesso.
Insomma Checco Zalone riesce a far ridere ed a far uscire dalla sala con il sorriso stampato in facci lo spettatore, che è divertito ma anche riflessivo, perchè quello di Zalone non è il solito cinepanettone volgare senza nessuna riflessione dietro; è un film divertente, libero da qualsiasi doppiosenso. Quella vista nel film del comico pugliese è una comicità bella ed intelligente.
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